
Piazza Ducale
SI FA PRESTO A DIRE PIAZZA…
L’Italia è ricca di piazze storiche ma… pensateci bene. Avete sentito parlare e sicuramente visitato Piazza San Pietro, San Marco, del Popolo, del Duomo, del Campo, dei Miracoli… Ma una PIAZZA DUCALE?
La Piazza di Vigevano è Ducale non per caso. E’ la prima piazza “formale” della storia, esempio e modello per le più celebri piazze d’Italia e d’Europa. Caposaldo insieme al Castello (cui è collegata) dell’urbanistica europea e grande tappa del pensiero architettonico del Rinascimento.
UNA SINFONIA DI PIAZZA
Stupiti e adesso anche curiosi? A Vigevano la Piazza la chiamiamo “il salotto” perchè d’estate ci si può sedere ai tavolini dei bar ad ammirare gli affreschi e a percepire l’armonia. Quella che avvertiva il maestro Arturo Toscanini che, seppure malato, chiedeva di essere portato a Vigevano per “sentire” Piazza Ducale come una sinfonia musicale, una composizione orchestrale su quattro lati simile ai quattro movimenti delle sue passionali esecuzioni.

I LAVORI E IL COMMITTENTE

Cominciamo dal committente ovvero Ludovico il Moro, signore e duca di Milano. Desideroso di mostrare ai grandi signori del Rinascimento una piazza fino ad allora mia pensata, chiese ai suoi architetti ducali tra cui Donato Bramante di progettare una regale anticamera d’ingresso all’imponente Castello visconteo-sforzesco.
Le vicende costruttive risalgono al 1492 e i lavori durarono solo due anni. Nell’ottobre del 1494 la nuova piazza era pronta per accogliere il potente re di Francia Carlo VIII .
COME SI PRESENTA
Si presenta come un rettangolo allungato di 134 metri di lunghezza e 48 di larghezza edificato su tre lati (il quarto è occupato dal Duomo). L’attuale forma architettonica venne disegnata e realizzata dal geniale vescovo-architetto Juan Caramuel Lobkowitz che, nel 1680, chiuse il quarto lato con la facciata barocca della Chiesa Cattedrale, eliminò la rampa d’accesso al Castello e i due archi trionfali.
Sotto i portici le botteghe, un tempo occupate dai commercianti di lana e seta, oggi offrono ai visitatori occasioni di conforto e relax (caffè, bar) e di shopping di qualità (abbigliamento, gioielli, calzature).
L’utilizzo dell’immagine qui a finaco è stata gentilmente concessa dall’autore Giorgio Pomella.

COME SI PRESENTAVA

All’epoca di Ludovico il Moro la Piazza presentava un aspetto differente dall’attuale: due archi trionfali interrompevano i portici in corrispondenza delle attuali via del Popolo e via Silva; per accedere al Castello veniva utilizzata una lunga rampa di pietra che percorribile da cavalli e carri, posizionata nel mezzo della Piazza in linea con l’ingresso attuale alla Torre del Bramante oggi tramite scalone interno Era completamente assente la facciata barocca del Duomo, al cui posto c’era la Chiesa Cattedrale il cui ingresso non affacciava però sulla Piazza. Sotto i portici come scrive un cronista cinquecentesco c’erano “botteghe piene di drappi di lana”. E la Piazza era chiamata “contrada perocchè ivi si vendeva e mercantesca era detta la piazza“.
Il disegno a fianco che riproduce la rampa d’accesso al castello è stato gentilmente concesso dall’autore Mario Castellani.
I PROVERBI, STEMMI, RITRATTI
La Piazza è circondata da portici e arcate sorretti da 84 colonne con capitelli tutti di fogge differenti tra loro.
Sopra ogni colonna c’è un medaglione che ritrae personaggi dell’epoca romana e rinascimentale, tra cui Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, insieme a motti e proverbi.

LA DECORAZIONE

La Piazza già all’epoca della sua costruzione (1492-1494) si presentava come grande “stanza” urbana le cui pareti erano tutte affrescate con una decorazione che simulava una raffinata architettura classicheggiante: finte trabeazioni continue con bellissimi fregi a corona del piano delle arcate e delle finestre; in mezzo un ordine di colonnine a candelabra e grandi archi di trionfo alla romana nelle due vie del borgo che entravano in piazza.
Una architettura illusionistica che molti attribuiscono a Bramante, non a caso giunto in Lombardia come “pittore prospettico” capace di rappresentare spazi illusionistici.
Le decorazioni attuali della Piazza, sottoposte a restauro nel corso degli anni Novanta, sono per la maggior parte opera dei pittori vigevanesi Casimiro Ottone e Luigi Bocca che le eseguirono nel 1903, basandosi su tracce e lacerti di pitture quattrocentesche ancora oggi visibili.
LA DECORAZIONE ORIGINALE
Nei locali del bar Largo 34 potete ammirare i veri colori e i veri disegni della Piazza, così come erano stati pensati e realizzati nel 1494. Per gli storici ci sono molto indizi che portano a rintracciare l’ideatore in Donato Bramante. Questa incredibile scoperta venuta alla luce pochi anni fa, è assolutamente da vedere per raffrontare la trama originale al rifacimento avvenuto negli anni Venti e restaurato negli anni Novanta del secolo scorso.

TORRE DEL BRAMANTE

Sorge nel punto più alto della città e la sua origini risale al 1198. Rifatta più volte nel corso dei secoli, la sua fisionomia attuale si deve a Donato Bramante che la ultimò sul finire del XV secolo.
La sua sagoma “filaretiana” a corpi scalari colpì Leonardo da Vinci e gli ispirò un suo disegno.
È visitabile e dalle sue merlature si gode una panoramica completa della piazza, del castello e dell’intera città.